Il pensiero di Ciro Ruju

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O della persuasione

Una pittura la sua, sperimentata a tutti i livelli sia, artigianali (le tavolette su cui matericamente vengono riportati fiori dallo spessore pittorico consistente) e sia figurali: donne riprese nella loro nudità alla maniera di Capaldo, artista napoletano che ha saputo conferire ai propri nudi una impronta particolare dall'immediato riconoscimento stilistico, paesaggi ripresi dal vivo o di ricordo, per dar corso a quella necessità impellente, per Corrado, di fare pittura ad ogni costo.

Un professionista serio, impegnato nel proprio lavoro, che però non è riuscito a scalfire la sua passione per la pittura. Una pittura non velleitaria, ma necessitata dalla esigenza di percorso per l'affermazione di un principio che è sostanza e merito dell'IO nascosto, su cui fondare la propria esistenza.

 

L'incontro tra noi è avvenuto in un momento addirittura paradossale quando più Corrado spingeva sui valori in assoluto dell'arte in termini meritocratici, tanto più, per esigenze mie personali, mi sentivo sempre più distaccato, nel senso che avendo per quaranta anni praticato il mondo dell'arte nei suoi vari aspetti problematici (da quelli critici storici a quelli organizzativi a quelli di contenuto) non riuscivo più ad individuare i veri valori per cui, oggi, malgrado infinite sollecitazioni a riprendere il discorso sull'arte, sono ancora dell'avviso di mantenermene lontano.

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Un mondo quello dell'arte divenuto speculativo, non più teso alla ricerca di valori pittorici idonei all'individuazione di un percorso che l'artista deve pur fare: l'artista definito tale oggi, non avendo schemi o regole da rispettare, si butta sul sensazionale volendo e sapendo che solo in questa maniera potrà trovare uno sapzio di visione (giornali, mostre, vendita delle opere all'ente pubblico di turno) che malgrado tutto non giustifica, in termini di valori, l'importanza dell'operazione, ma anzi ne mette in luce tutta la superficialità, evidenziandone solo ed esclusivamente i lati speculativi.

Il mondo dell'arte di Corrado De Benedictis ho potuto constatare è ripreso soprattutto da quei valori di linguaggio pittorici esistenti per coglierne gli effetti di continuità, in una sorta di ripresa del "già vù" che rivaluta, proprio negli aspetti formali, i contenuti che l'artista vuole trasmetterci, contenuti basati principalmente su due aspetti da, un lato il linguaggio della luce posto ad evidenziare nella chiarezza il ciò che l'artista ha e vuole raccontarci, l'altro aspetto viene a creare in una continua contaminazione di stili pittorici, opere che lo stesso artista definisce propedeutiche alla produzione di opere d'arte di più largo respiro.

Il discorso di Corrado, che poi è il racconto esistenziale strettamente legato alla sua vita, individuabile facilmente se rapportato ai cicli di opere cui l'autore si ispirava e si ispira.

Un mondo artistico del tutto particolare teso, non a sbalordire, ma ad essere capito nella giusta valutazione del suo proporsi.

Un racconto che oggi, nella massima libertà, non solo diventa autentico modo di essere e di porsi agli altri, ma anche e soprattutto procedimento esperienziale dettato da un accumulo di informazioni apprese durante il suo costante girovagare nel mondo dell'arte.

Un mondo che ha affascinato il nostro, non tanto e non solo, per i valori estetici, ma soprattutto per capire, in termini logici, i procedimenti adoperati per la comunicazione diretta di un proprio pensiero attraverso il mezzo pittorico che diventa così strumento e veicolo di trasmissione di uuna intimità discorsiva, non importa se presa da Pollok o da Capaldo, di largo respiro problematico.

Un attraversamento di stili analizzati per meglio afferrare i concetti base di un discorso che l'autore, in un costante accanimento, ha avuto ed ha l'intenzione di presentarci. E' chiaro che oggi, dopo quaranta anni di esperienza, svoltasi in religioso silenzio (il tempo dell'apprendimento) il discorso è diventato raffinato e l'acquisizione degli stili consentono all'autore una maggiore libertà, basata essenzialmente sul concetto del fare, quale forma per meglio raccontare la propria esistenza, iin un momento in cui l'apprendimento appartiene al passato il divenire degli eventi e delle cose quotidiane tout-court, consentono a Corrado di esplicitare con maggiore consapevolezza un proprio pensiero pittorico entro cui veicolare, in una suggestione segnico-coloristica, contenuti esistenziali di prima mano.

Novembre 2007